Il caso Luca Attanasio: sfide diplomatiche nelle zone di conflitto della RDC

da | Ago 5, 2024 | Attualità

1. Il caso Luca Attanasio

Il 22 febbraio del 2021, durante una visita organizzata dalle Nazioni Unite per il Programma Alimentare Mondiale (PAM – World Food Programme), furono uccisi l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mostapha Milambo. I tre si trovavano a circa 20 chilometri dalla città di Goma, capoluogo della regione del Nord Kivu, al confine con il Ruanda. Quel lunedì, l’ambasciatore Attanasio e la sua guardia del corpo, il carabiniere Iacovacci, viaggiavano su un convoglio di due veicoli del PAM. Erano diretti a nord, percorrendo la strada che costeggia la frontiera con il Ruanda, presso il Parco Nazionale dei Monti Virunga. L’ambasciatore italiano aveva accettato l’invito a visitare un progetto umanitario del PAM, che aveva organizzato la visita. A bordo del primo veicolo si trovavano il responsabile della sicurezza del PAM, Mansour Rwagaza, e il responsabile del sito da visitare. Nel secondo, oltre alle tre vittime, viaggiava anche Rocco Leone, vicedirettore del PAM nella Repubblica Democratica del Congo. Secondo la testimonianza presentata in tribunale, il convoglio fu bloccato da sette uomini armati di kalashnikov. Gli aggressori fermarono l’auto con a bordo Attanasio e spararono a Milambo, portando gli altri passeggeri lungo un sentiero verso la foresta. I ranger del Parco Nazionale dei Virunga, situato nei pressi del luogo dell’attacco, seguirono il gruppo e ingaggiarono uno scontro a fuoco, durante il quale perse la vita Iacovacci. Attanasio fu ferito gravemente e morì, successivamente, in un ospedale di Goma, a causa delle ferite riportate. I fatti accaduti nella nella foresta rimangono comunque poco chiari. Secondo alcune ricostruzioni, i ranger intervennero perché richiamati dagli spari degli aggressori. Altre ipotesi, invece, suggeriscono che la sparatoria potrebbe essere scoppiata proprio per l’intervento delle guardie forestali, che avrebbero bloccato un tentativo di rapimento a scopo di estorsione. In ogni caso, dopo lo scontro armato, gli aggressori si dileguarono e Iacovacci e Attanasio persero entrambi la vita. Gli altri addetti delle Nazioni Unite furono soccorsi dai veicoli di passaggio, evitando il destino delle tre vittime; Rocco Leone e gli altri trovarono rifugio nelle case del vicino villaggio.

2. La sentenza del Tribunale di Kinshasa e le udienze a Roma

La mattina del triplice omicidio, il governatore del Nord Kivu accusò il Fronte Democratico per la Liberazione del Ruanda (FDLR) per tentato rapimento a scopo di estorsione. L’FDLR smentì l’accusa, incolpando a sua volta l’esercito ruandese di un’esecuzione programmata.  propria inchiesta interna[1]. Sei uomini furono accusati e condannati all’ergastolo da un tribunale militare, ma durante il processo ritirarono le loro confessioni dichiarando di averle fatte sotto tortura. La Procura di Roma, invece, iniziò nel 2023 il processo contro due funzionari del PAM, Rocco Leone e Mansour Rwagaza, accusati di non aver rispettato i protocolli di sicurezza, omettendo la segnalazione della missione e falsificando i nomi dei partecipanti alla visita, oltre a non aver informato la Monusco, il gruppo di stabilizzazione dell’ONU presente nella regione. La mancata notifica del nome dell’ambasciatore italiano ha impedito l’intervento delle forze dell’ONU. La Procura, pur avendo interrogato i due funzionari e la vedova di Attanasio, non ha potuto ispezionare il luogo dell’attacco per motivi di sicurezza. Il processo, però, rischia di essere interrotto poiché la difesa ha invocato l’immunità di Rocco Leone come funzionario dell’ONU[2]. Ad oggi, oltre alla banda criminale dei 6 uomini congolesi, nessun altro responsabile è stato trovato e la verità completa sul fatto non è ancora emersa.

3. I gruppi armati in RDC e le guerre del Kivu

Fin dagli anni ‘90, la RDC è stata scenario di conflitti e violenze non indifferenti. In particolare, le regioni orientali del Nord e Sud-Kivu sono state influenzate dalla guerra civile Ruandese e colpite dalle due guerre del Congo, che hanno devastato l’intero Paese. Nonostante il tentativo di pacificazione, le regioni orientali sono rimaste parzialmente fuori dal controllo del Governo centrale. Esse, infatti, sono spesso soggette alle ingerenze degli Stati limitrofi, come Ruanda e Uganda, e dai gruppi militari che si sono formati sul territorio.

 Figura 1 – by Al Jazeera English

Disponendo di preziose risorse naturali, tra cui coltan, uranio e diamanti, l’area è bersaglio di diverse potenze, militari e politiche, che beneficiano dall’instabilità della regione. La Guerra del Kivu ebbe inizio nel 2004, ma il conflitto e le sue conseguenze perdurano ancora oggi. Nonostante gli sforzi del Governo congolese e la presenza della missione dell’ONU Monusco, le province orientali continuano a essere minacciate da gruppi militari, estremisti politici o fanatici religiosi. Attualmente, secondo il Kivu Security Tracker, i gruppi armati attivi sono più di un centinaio: le Forze Democratiche Alleate (Adf), l’FDLR,  Nduma Defense of Congo-Rénové (Ndc-R). Solo queste milizie  queste milizie sono responsabili per oltre un terzo degli incidenti  del Paese e della metà dei civili che vengono uccisi[3]. Inoltre, il CODECO è indicato come il referente dello Stato Islamico nella regione dei Grandi Laghi.

“Anche i congolesi in quella zona vengono uccisi ogni giorno. Cercare la verità sulla

morte dell’ambasciatore significa anche fare luce sulla guerra del Kivu”.

Queste le parole di Pierre Kabeza, sindacalista congolese, co-fondatore dell’associazione “Amici di Luca Attanasio”. La popolazione congolese, infatti, è direttamente colpita dalla violenza di queste forze armate criminali ed è sempre meno fiduciosa nell’operato delle Nazioni Unite. In diverse occasioni, l’ONU e le autorità locali sono sembrate poco affidabili e trasparenti agli occhi della popolazione. In generale, l’opinione pubblica crede che le circostanze dell’omicidio siano poco chiare e sospette. Secondo alcuni, la mancata notificazione del nome di Luca Attanasio non sarebbe dovuta a motivi di sicurezza, ma al fatto che l’ambasciatore avesse partecipato a vendite informali di minerali nella zona.  . Parte della popolazione, che da molto tempo non vede miglioramenti nella sicurezza delle province, ha spiegato in questo modo la mancanza delle  forze dell’ONU alla visita dei funzionari. La verità, purtroppo, rimane ancora lontana e le diverse ipotesi potrebbero contenere ciascuna un fondo di veridicità, a seconda del punto di vista. Ciò che è certo è che le province orientali della Repubblica Democratica del Congo rimangono un territorio estremamente pericoloso, non solo per i civili che vi abitano, ma anche per le visite ufficiali dei funzionari degli Stati e delle organizzazioni internazionali. La presenza di gruppi armati, disposti a fare violenza per i propri fini e a usare le preziose risorse locali in modo illegale, rappresenta una sfida complicata per il Paese.  

           Figura 2 – by flickr 

4. Magic Amor e le conseguenze della violenza nella RDC

Fin dalla sua fondazione, Magic Amor si è misurata con le difficoltà e gli ostacoli presenti nella Repubblica Democratica del Congo, un Paese con una storia complessa e segnata da violenze costanti, a partire dal  periodo coloniale belga. L’instabilità politica e le ingerenze di Stati terzi hanno aggravato le tensioni interne, specialmente nelle regioni orientali. La guerra civile in Ruanda, con il successivo arrivo di mezzo milione di profughi Hutu ruandesi, e le guerre civili del 1996 e del 1998 hanno sconvolto la RDC, rendendo la situazione estremamente instabile e delicata.

Figura 4 – by Grace Mansita

Magic Amor ha cercato di migliorare la vita della popolazione congolese, colpita nel fisico e nel morale da questi conflitti interni. Molti bambini, durante queste guerre, sono rimasti orfani, senza una famiglia su cui poter contare. Inizialmente, Magic Amor ha offerto supporto ad alcuni orfani della zona della foresta equatoriale, una delle regioni più colpite dalla guerra civile congolese. Tuttavia, a causa delle significative sfide logistiche, l’associazione decise di trasferire definitivamente le sue attività principali nel quartiere di Kimbuta, nella periferia della capitale Kinshasa. Nel quartiere, Magic Amor ha costruito un centro polivalente, che comprende un ambulatorio (“Ambulatorio Antonino Nicolosi”), una scuola primaria e secondaria (“Scuola Rocco Campagna”) e un orfanotrofio (“La Maisons des enfants San Marcello”). Quest’ultimo, in particolare, si occupa dell’accoglienza dei bambini rimasti orfani, ridefinendo il concetto tradizionale di famiglia e fornendo loro un’educazione e un’istruzione. La struttura è aperta e favorisce l’integrazione tra i bambini accolti e la comunità del quartiere, prevenendo così il senso di isolamento e diversità. Ad oggi, Magic Amor accoglie nella sua comunità una cinquantina di ragazzi e ragazze, offrendo loro speranza, amore e inclusione. Nonostante la Seconda Guerra del Congo si sia formalmente conclusa nel 2002, i disordini e le dispute interne non sono mai cessati. Per questo motivo, il lavoro di Magic Amor è di vitale importanza ancora oggi. La nostra missione è garantire supporto ai più vulnerabili e sostenerli nelle loro difficoltà, per consentire alle future generazioni di porre le basi per costruire il proprio futuro, in modo consapevole e responsabile. Per contribuire agli sforzi di Magic Amor, visita il sito www.magicamor.org:. Anche una piccola donazione può fare la differenza. Giulia Vanotti   [1] Internazionale (2023), La verità sulla morte di Luca Attanasio è ancora lontana. Available at: La verità sulla morte di Luca Attanasio è ancora lontana – Marina Forti – L’Essenziale [2] Internazionale (2023), La verità sulla morte di Luca Attanasio è ancora lontana. Available at: La verità sulla morte di Luca Attanasio è ancora lontana – Marina Forti – L’Essenziale [3] Rivista Africa (2023), Rd Congo: caso Attanasio, a Kinshasa condanne all’ergastolo ma tanti dubbi. Available at: Rd Congo: caso Attanasio, a Kinshasa condanne all’ergastolo ma tanti i dubbi | Rivista Africa   Bibliografia Ansa (2023), Omicidio Attanasio, condannati all’ergastolo i 6 accusati. Available at: Omicidio Attanasio, condannati all’ergastolo i 6 accusati – Cronaca – ANSA BBC (2021), Italian ambassador to DR Congo killed in UN convoy attack. Available at: Italian ambassador to DR Congo killed in UN convoy attack Camera dei Deputati, La Crisi nella Repubblica Democratica del Congo. Available at: La crisi nella Repubblica democratica del Congo. Deutsche Welle (2023), DR Congo: 6 jailed for life over killing of Italian envoy. Available at: DR Congo: 6 jailed for life over killing of Italian envoy – DW – 04/07/2023 Il Manifesto (2024), Sull’uccisione di Luca Attanasio il governo è latitante. Available at: Sull’uccisione di Luca Attanasio il governo è latitante | il manifesto Open (2022), Luca Attanasio, due funzionari Onu accusati di omicidio colposo: «Organizzarono male la missione in Nord Kivu». Available at: https://www.open.online/2022/02/09/omicidio-luca-attanasio-processo-2-funzionari-onu/

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