La condizione di fragilità e subalternità delle donne congolesi: uno sguardo panoramico

da | Set 9, 2024 | Attualità

  1. La condizione di peculiare fragilità delle donne nei conflitti armati

Secondo quanto confermato da numerosi studi di istituti di ricerca, nonché in rapporti e dichiarazioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, le donne e i bambini sono la categoria più fragile e più a rischio nel contesto di guerre e conflitti[1]. Tra i più recenti, il comunicato del Consiglio europeo sull’attuazione dell’Agenda globale sulle donne, la pace e la sicurezza, sostiene: “il Consiglio è preoccupato per l’impatto sproporzionato che i conflitti armati continuano ad avere su donne e ragazze in tutto il mondo”. La questione dello stato di fragilità delle donne nei conflitti armati è  oggi tema di priorità fondamentale per il partenariato strategico Ue-Onu sulle operazioni di pace e gestione delle crisi (approvato nelle conclusioni del Consiglio del 24 gennaio 2022, così come i partenariati con altre organizzazioni internazionali e regionali come l’Osce, la Nato e l’Unione Africana)[2].

La vulnerabilità delle donne e la violenza di genere si caratterizzano come un fenomeno complesso e pervasivo, con differenze significative tra i vari contesti. Un recente studio pubblicato da Lancet Global Health sulla prevalenza nazionale, regionale e globale della violenza di genere in 161 Paesi, identifica 28 Paesi con valori significativamente superiori alla media globale. Molti di questi Paesi sono a basso reddito e coinvolti in complesse emergenze umanitarie o conflitti armati. La maggior parte di essi si trova in Africa, tra cui spicca la Repubblica Democratica del Congo

La crisi scaturita dai conflitti nell’est della Repubblica Democratica del Congo ha generato una ferita insostenibile nella struttura interna della popolazione, dove le donne vittime sono state trascurate dal governo congolese e dalle organizzazioni umanitarie.

Questa emergenza securitaria colpisce particolarmente le ragazze e le donne che fuggono dagli scontri tra i ribelli dell’M23 e le Fardc (Forces Armées de la République Démocratique du Congo) nel nord della provincia del Nord Kivu, in particolare nei territori di Rutshuru e Masisi, e dai gruppi armati ADF/NALU, nel nord della provincia. In tutte queste regioni, le donne sono le più esposte ai conflitti e maggiormente ne subiscono le violenze, lo sfruttamento, con abusi sessuali e altre forme di maltrattamento. Fuggendo dalla guerra, perdono proprietà materiali e sicurezze sociali, trascorrendo le notti, spesso in stato di indigenza abitativa e in condizioni degradanti.

Magic Amor condanna la situazione di estrema fragilità che subiscono le donne sul territorio della RDC da moltissimi anni, e combatte al loro fianco per far sì che i loro diritti vengano fatti valere concretamente. Allo stesso tempo, Magic Amor lavora al fianco delle bambine, giovani donne e madri nelle loro attività giornaliere, per incentivare un cambiamento nella loro vita quotidiana, che in primis le confina a condizioni di disparità nei confronti della collettività tutta e degli uomini.

 

  1. La condizione delle donne in RDC

      Discriminazione culturale ed economica

 Nel contesto di una valutazione complessiva, la cultura e la tradizione africana proiettano la figura della donna su un piano inferiore e profondamente diseguale rispetto a quella dell’uomo. Secondo quanto riportato dal Cedaw (Committee on the elimination of discrimination against women) nel 2011, le relazioni familiari sono costruite su una diseguaglianza di fondo, in quanto il marito è colui che è a capo della famiglia e prende tutte le decisioni, mentre la donna è relegata a una condizione subalterna[5]. L’uomo è visto come superiore alla donna, che, in quanto tale, deve rispettare delle chiare imposizioni previste dal tessuto sociale.

Secondo il costume congolese, la donna deve essere prima di tutto una brava moglie. Il Codice di famiglia della RDC , nonostante promuova formalmente l’uguaglianza di genere, la sua reale applicazione quotidiana rimane piuttosto blanda e reitera in parte l’organizzazione della vita matrimoniale su base discriminatoria. La donna stereotipata congolese dovrebbe servire il proprio marito, fare figli, badare alla casa e saper cucinare. Questa dipendenza dalla figura maschile è totalizzante sia nell’ambito domestico che economico. Dal punto di vista economico, le donne non dispongono delle risorse necessarie per partecipare pienamente all’attività economica della regione, poiché oltre il 61% delle congolesi vive sotto la soglia di povertà. Avendo scarso o nessun controllo sui propri redditi, le finanze sono gestite dagli uomini, così da rendere le donne dipendenti dai loro familiari maschi. L’obbligo legislativo di versare le spese di candidatura, che ammontano a circa un milione di franchi congolesi per seggio o per candidato, costituisce una barriera finanziaria insormontabile anche al diritto di voto per la maggior parte delle donne[7].

Figure 2 – by Cbnnews

In aggiunta agli impedimenti di carattere economico, le donne congolesi incontrano ostacoli alla propria emancipazione riconducibili agli alti tassi di violenza di genere, discriminazione, e analfabetismo. Difatti, tra i dati riportati dalla World Bank, solo il 16,8% delle donne ha completato la scuola secondaria (circa la metà del tasso di completamento degli uomini), metà delle donne riferisce di aver subito violenza fisica e quasi un terzo ha subito violenza sessuale, nella maggior parte dei casi per mano di un partner intimo[8].

Le donne sposate hanno un basso grado di protezione anche in materia di diritto di famiglia. Teoricamente, i coniugi hanno pari autorità genitoriale per quanto riguarda i diritti e le responsabilità in materia di figli. Tuttavia, secondo l’articolo 448 del Codice di famiglia[9], le donne sposate devono ottenere l’autorizzazione del marito per qualsiasi atto legale, il che limita chiaramente la loro capacità di svolgere autonomamente le attività associate all’autorità genitoriale[10]. In aggiunta, la supremazia del padre è chiaramente stabilita in caso di divergenze di opinione o controversie. Inoltre, sebbene il sistema matrimoniale ufficiale nella RDC sia la monogamia[11], la poligamia è ampiamente praticata dagli uomini nella totale impunità. Il fenomeno denominato deuxième bureau (letteralmente, il “secondo ufficio”), in base al quale un uomo sposato intrattiene relazioni extraconiugali con diverse donne[12], è difatti comune anche in Congo, specialmente nella provincia di Kasai, dove rimane il simbolo del potere maschile.

Infine, il matrimonio precoce è una pratica comune e si stima che il 74% delle donne tra i 15 e i 19 anni sia sposata, soprattutto nelle aree rurali[13]. Infatti, in molte culture congolesi, dove persiste il tabù legato alla perdita della verginità, il matrimonio infantile è spesso considerato una misura di protezione contro comportamenti ritenuti “immorali” o “inappropriati”, come il sesso prematrimoniale, alimentando così la tendenza a contrarre matrimonio in età particolarmente giovane[14].

 

Discriminazione politica

Un ulteriore ambito di disuguaglianza tra uomini e donne congolesi risiede nell’influenza politica, che viene prevalentemente attribuita agli uomini, in linea con le tradizionali norme della cultura patriarcale. Le donne sono spesso guidate dai loro mariti o da figure maschili nel formarsi un’opinione riguardo al voto e alla partecipazione politica. Le chiese, in particolare, che sono agenti di socializzazione immensamente potenti nella RDC, abusano regolarmente delle interpretazioni fondamentaliste degli insegnamenti biblici che vedono la sottomissione delle donne agli uomini come volere divino[15]. Difatti, afferma Grace Mansita, Portavoce Segretariato Magic Amor in RDC, anche prima della colonizzazione la donna non poteva partecipare agli importanti dibattiti sociali o mostrare autorità in pubblico. “Gli uomini si riunivano e discutevano del Grond palabre, grandi dibattiti sull’amministrazione e tematiche legate alla vita e gestione dei villaggi. Questa riunioni avvenivano sotto un albero, di solito il baobab, e le donne venivano consultate esclusivamente come testimoni”, conferma. Alla donna, non possedendo alcuna autorità pubblica, non era permesso partecipare.

Figure 3 – by Bioclimat

La partecipazione delle donne congolesi ai processi decisionali del Paese è stata sostenuta dalla Costituzione della RDC, recentemente promulgata nel 2006, la quale promuove le pari opportunità tra uomini e donne. Tuttavia, l’attuale governo non ha ancora realizzato quanto promesso. Inoltre, la Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC), di cui la Repubblica Democratica del Congo fa parte, ha stabilito nell’articolo 12 del Protocollo sul genere e lo sviluppo, firmato nel 2008, che “gli Stati parte si impegnano a garantire che, al più tardi entro il 2015, almeno il 50% delle posizioni decisionali nei settori pubblico e privato sia occupato da donne, attraverso misure di discriminazione positiva (…) eliminando tutti gli ostacoli che impediscono loro di partecipare in modo significativo a tutte le sfere della vita e creando condizioni favorevoli a tale partecipazione.”

A distanza di trent’anni dalla firma di questi atti, i progressi verso l’uguaglianza di genere e la partecipazione politica delle donne nel mondo, e in particolare nei Paesi africani, risultano ancora disomogenei. Il concetto di emancipazione femminile o Women’s Empowerment, emblema di questo impegno, sembra restare un’aspirazione in molti Stati africani. Sebbene l’Empowerment – concepito come un processo dinamico di cambiamento delle relazioni di potere all’interno del sistema di genere – promuova l’emancipazione femminile e richieda una trasformazione delle strutture tradizionalmente dominate dagli uomini, gli indicatori dimostrano che questa trasformazione è ancora lontana dall’essere realizzata[16].

Una ricerca, svolta dal Groupe d’étude sur le Congo (GEC) con sede presso il Center on International Cooperation della New York University, ha analizzato le percezioni esterne riguardo il ruolo politico della donna congolese[17]. Dai risultati di un sondaggio condotto tra aprile e maggio 2022 emerge la seguente attitudine: quasi due congolesi su tre ritengono che il governo debba promuovere la parità tra uomini e donne nelle istituzioni della Repubblica a tutti i livelli. Ulteriori risultati del sondaggio rivelano che solo il 33% dei congolesi intervistati si è detto in disaccordo con la parità di genere in politica, contro il 64% dei favorevoli.

Figure 4 – by Grace Mansita

L’impegno di Magic Amor

Dal 2002, Magic Amor si impegna a promuovere la pace, la prevenzione dei conflitti e il rispetto dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo, mediante il suo centro polivalente. L’obiettivo di questo impegno è sviluppare le competenze degli abitanti del Paese al fine di eliminare i cicli di violenza e costruire un futuro di coesistenza pacifica.  Una coabitazione serena richiede la partecipazione delle donne come veri attori dinamici nei processi di pace. Per questa ragione, riteniamo sia fondamentale contribuire a offrire alle donne congolesi l’opportunità di acquisire consapevolezza delle cause profonde dei loro problemi, accompagnarle in un processo di emancipazione e aiutarle a migliorare le proprie condizioni di vita.

Magic Amor si oppone con decisione a una cultura patriarcale che limita l’emancipazione delle donne della RDC. Attraverso iniziative mirate e campagne di sensibilizzazione, ci impegniamo a sfidare e trasformare queste norme sociali, promuovendo un cambiamento significativo che favorisca una maggiore autonomia e uguaglianza tra uomini e donne, nella vita pubblica e privata. La nostra associazione promuove e celebra la leadership femminile, con figure di spicco come la Presidentessa Carla Mauro, la Direttrice dell’orfanotrofio Henriette Ambatolama e la Segretaria Amministrativa Piera Volpati.

Lavoriamo per favorire un cambiamento profondo nelle mentalità, incoraggiando infatti una maggiore inclusione delle donne in ciascuno dei settori della società. Il nostro obiettivo è creare le condizioni per una parità effettiva tra uomini e donne, contribuendo così a costruire una società più equilibrata e giusta.

Per saperne di più su come Magic Amor si impegna quotidianamente e per scoprire come puoi fare la differenza, visita il sito www.magicamor.org. Con una tua donazione, puoi contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle donne congolesi insieme a noi.

Anita Salbitani

 

*Figure 1 – by United Nations Photo

[1] UN Security Council (2000). Landmark resolution on Women, Peace and Security (Security Council resolution 1325). [online] www.un.org. Available at: https://www.un.org/womenwatch/osagi/wps/#resolution. ; UN Women (2023). Women are increasingly at-risk in conflict, underrepresented in peace processes, according to UN Secretary-General report. UN Women – Headquarters. [online] 24 Oct. Available at: https://www.unwomen.org/en/news-stories/feature-story/2023/10/women-are-increasingly-at-risk-in-conflict-underrepresented-in-peace-processes-according-to-un-secretary-general-report#:~:text=Feature- ; Stern, M. and Nystrand, M. (2006). Gender and Armed Confl ict. [online] Swedish International Development Cooperation Agency . Available at: https://cdn.sida.se/publications/files/sida28381en-gender-and-armed-conflict.pdf. ; European Council (2022a). Brussels Declaration on Actions towards Empowering Women in Conflicts. [online] Available at: https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2022/06/09/brussels-declaration-on-actions-towards-empowering-women-in-conflicts/.

[2] European Council (2022). Council conclusions on women, peace and security. [Council of the EU Press Release] Available at: https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2022/11/14/council-conclusions-on-women-peace-and-security/.

[3] Sardinha, L., Maheu-Giroux, M., Stöckl, H., Meyer, S.R. and García-Moreno, C. (2022). Global, regional, and National Prevalence Estimates of Physical or sexual, or both, Intimate Partner Violence against Women in 2018. The Lancet, [online] 399(10327), pp.803–813. doi:https://doi.org/10.1016/s0140-6736(21)02664-7. Available at: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02664-7/fulltext

[4] Apipawe, F. (2024). Congo: forza e lutto delle donne / Notizie / Home – Unimondo. [online] Unimondo.org. Available at: https://www.unimondo.org/Notizie/Congo-forza-e-lutto-delle-donne-252039.

[5] CEDAW (2019). Democratic Republic of the Congo: Submission To The Committee On The Elimination Of Discrimination Against Women. [online] Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF). Available at: https://www.wilpf.org/wp-content/uploads/2019/11/CEDAW_DRC-EN_Web.pdf

[6] Code de la Famille, D.L 1 agosto 1987 n.197. Available at: https://www.leganet.cd/Legislation/Code%20de%20la%20famille/CDF.2017.pdf

[7] The African Women’s Development and Communication Network (FEMNET) (2021). Document d’orientation sur la participation Politique des Femmes en République Démocratique du Congo (RDC). Femnet. [online] 22 Nov. Available at: https://femnet.org/wp-content/uploads/2021/11/Policy-Brief-WPP-DRC-French.pdf.

[8] World Bank (2023). Democratic Republic of Congo Overview. [online] World Bank. Available at: https://www.worldbank.org/en/country/drc/overview.

[9] Il Codice è stato adattato alle innovazioni introdotte dalla Costituzione del 18 febbraio 2006 e alle modifiche della legislazione nazionale, in particolare alla legge n. 09/001 del 10 gennaio 2009 sulla tutela dei minori e alla legge n. 15/013 del 1° agosto 2015 sull’attuazione dei diritti e della parità delle donne.

[10] Art. 448, D.L 1 agosto 1987 n.197, “Les époux doivent s’accorder pour tous les actes juridiques dans lesquels ils s’obligent à une prestation qu’ils doivent effectuer.”

[11] Art. 412, D.L 1° agosto 1987 n.197: “Est interdit, l’accomplissement de toute cérémonie coutumière de nature à placer une fille ou une femme sous le régime de la polyandrie ou en faire naitre la conviction.” Proibisce la pratica consuetudinaria della poliandria

[12] Matundu Mbambi, A. and Faray-Kele, M.-C. (2010). Gender Inequality And Social Institutions In The D.R.Congo. [online] Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF). Available at: http://www.peacewomen.org/sites/default/files/hrinst_genderinequalityinthedrc_wilpf_december2010english_0.pdf.

[13] Hoover, A. (2019). ‘War Within the War’: Overcoming a Legacy of Patriarchal Norms and Violence in the Central African Republic and the Democratic Republic of Congo. Global Majority E-Journal, [online] 10(2), pp.57–74. Available at: https://www.american.edu/cas/economics/ejournal/upload/hoover_accessible.pdf.

[14] Mpilambo, J.E., Appunni, S.S., Kanayo, O. and Stiegler, N. (2017). Determinants of Early Marriage among Young Women in Democratic Republic of Congo. Journal of Social Sciences, [online] 52(1-3), pp.82–91. doi:https://doi.org/10.1080/09718923.2017.1322393.

[15] Ibid.

[16] Centre Régional de Recherche et de Documentation sur les Femmes, le Genre et la Construction de la Paix dans la Région des Grands Lacs (2019). La Participation politique des femmes en République Démocratique du Congo Une enquête auprès des femmes politiques congolaises de Kinshasa. Fondation Konrad Adenauer, [online] pp.23–25. Available at: https://www.kas.de/documents/275840/5293160/LA+PARTICIPATION+POLITIQUE+DES+FEMMES+EN+RDC_2017.pdf/a9ca3c89-1450-ed27-f7e0-9665a11208b1?t=1576240029250.

[17] Groupe d’étude sur le Congo (GEC) et Ebuteli (2022). Perception des femmes en politique : les Congolais sont-ils prêts à élire une présidente de la République ? [online] Available at: https://s42831.pcdn.co/wp-content/uploads/2022/10/note-thematique-participation-femme.pdf.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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